È davvero incredibile quello che gli esseri umani riescono a fare ai nostri amici pelosetti. A volte si tratta di maltrattamenti, dei quali non si vorrebbe mai sentire parlare, considerando che esistono delle situazioni piuttosto allarmanti che si possono vedere in giro e che provocano tanta sofferenza.
A volte alcune azioni per i cani possono rivelarsi fatali. È il caso di Solovino, il cane pompiere che è stato avvelenato nella caserma in cui lavorava. Una scomparsa tragica quella di questo cagnolino, che a tutti mancherà, perché ormai era diventato un amico fedele dei vigili del fuoco.
Purtroppo per Solovino non c'è stato nulla da fare. Ma andiamo nei dettagli e raccontiamo la storia di questo cagnolino, che resterà per sempre nei ricordi di tutti.
L'impegno di Solovino nei vigili del fuoco
Solovino era un cane randagio ed è stato trovato un giorno dai vigili del fuoco. Era solo e abbandonato e tutti si sono sentiti in dovere di proteggerlo e di dargli ciò di cui aveva bisogno.
Lo avevano quindi tutti ben accolto nella caserma dei vigili del fuoco e gli avevano preparato anche una stanza, in modo che lui potesse avere tutto quello che gli serviva. Allo scattare della sirena cominciava ad abbaiare, pronto per intervenire insieme ai pompieri.
A poco a poco l'avevano addestrato a fare degli interventi e lui si è dimostrato sempre pronto ad intervenire con grande impegno e con grande dedizione.
Solovino era l'amico di tutti i pompieri e non mancava chi fosse disposto a rivolgergli tanto affetto e a non fargli mancare assolutamente nulla. Infatti non si capisce chi abbia deciso di avvelenare questo cane fedele amico di tutti, che lavorava presso la caserma dei vigili del fuoco.
Il tentativo del salvataggio di Solovino
Molti, non vedendolo alzarsi quella mattina, pensavano che stesse ancora dormendo, ma il tempo trascorreva e di Solovino non si vedeva traccia. Per questo ad un certo punto molti vigili del fuoco sono accorsi accanto a lui, perché pensavano che fosse successo qualcosa di grave. In realtà il cane non presentava fratture o altri danni esterni, per questo si pensa che sia stato avvelenato crudelmente.
I suoi colleghi in lacrime hanno dovuto constatare la morte di Solovino. Sono stati dominati anche da una certa rabbia per non aver potuto fare niente per difendere il loro migliore amico, quel dolce pelosetto che aveva allietato la vita di tutti lì in caserma.