Intolleranze alimentari nei cani: come individuarle e gestirle al meglio

Pubblicato 
lunedì, 20/03/2023
Di
Gianluca Rini
La gestione delle intolleranze alimentari nei cani

Non sono assolutamente rari i casi di intolleranze alimentari nei cani. Sono delle situazioni che si possono verificare e che mettono a dura prova il benessere del nostro quattro zampe. Ma come individuarle nel modo corretto e come fare per trovare una soluzione e gestirle nel migliore dei modi?

Le intolleranze alimentari nei nostri amici pelosetti possono avere, come vedremo anche in seguito, differenti cause scatenanti. Non sempre si riescono a comprendere le manifestazioni sintomatologiche di un’intolleranza alimentare e a volte si finisce per sottovalutare il problema.

Non bisogna mai trascurare, però, una situazione di questo tipo e bisognerebbe sempre evitare di essere convinti che si tratti di sintomi lievi, che non incidono sulla qualità della vita del nostro quattro zampe.

Molte volte, infatti, non è così e anzi si può dire che le intolleranze alimentari potrebbero portare, nel corso del tempo, allo sviluppo di numerosi problemi che potrebbero essere anche dolorosi da affrontare per il cane.

Che cosa sono le intolleranze alimentari

Come riconoscere le intolleranze alimentari nel cane
Pixabay

Ma che cosa si intende con intolleranze alimentari nei cani? Innanzitutto è opportuno fare le dovute differenze con un’altra condizione che spesso viene confusa con le intolleranze. Ci sono delle differenze notevoli tra intolleranza e allergia. L’allergia alimentare è una vera e propria reazione che viene determinata negli anticorpi dall’assunzione di alcuni elementi che vengono considerati nocivi da parte del sistema immunitario.

L’intolleranza alimentare è, invece, la difficoltà che il corpo dell’animale incontra nella digestione e nell’assimilazione delle sostanze nutritive o in generale degli alimenti.

Sono diversi i cibi che potrebbero determinare lo sviluppo di un’intolleranza. Pensiamo, ad esempio, ad alcuni carboidrati complessi, agli alimenti da forno, al lievito, al sale o allo zucchero. Dal punto di vista dei mangimi, ci sono alcuni cereali che potrebbero causare intolleranza, come, ad esempio, il frumento.

È importante considerare che un’alimentazione che include questi alimenti potrebbe determinare delle conseguenze rischiose per il quattro zampe, che riguardano il mancato assorbimento dei nutrienti e vari disturbi con manifestazioni sintomatologiche differenti che riguardano tessuti e organi.

I sintomi delle intolleranze alimentari nei cani

Ma come riconoscere le intolleranze alimentari nel cane? I sintomi possono essere diversi, ma generalmente possono riguardare innanzitutto il sistema gastrointestinale dell’animale. Quindi potrebbero essere degli indizi importanti alcuni segnali, come il vomito, la diarrea, il meteorismo, il gonfiore addominale e il reflusso.

In alcune situazioni si potrebbe essere in presenza anche di problemi alle vie urinarie, ma anche di letargia e affaticamento. Non dimentichiamo, inoltre, che il mancato assorbimento di elementi importanti dal punto di vista nutrizionale potrebbe esporre maggiormente il corpo del cane ad infezioni provocate da batteri o virus, considerando che viene indebolito il sistema immunitario.

Nel corso del tempo, se le intolleranze non vengono considerate nel modo corretto, si potrebbero verificare alcune condizioni molto difficili da affrontare, come sovrappeso, malattie articolari e diabete.

La diagnosi e il trattamento delle intolleranze alimentari

Cosa fare, quindi, in presenza di intolleranze alimentari nei cani? Se notiamo dei segnali indicativi di una situazione di questo tipo, è importante portare il cane dal veterinario per una visita completa e accurata, che possa permettere all’esperto di fare una diagnosi corretta.

Si procederà quindi con vari esami, ma si potrebbe attuare quella che viene definita dieta ad esclusione. In questa situazione il cane riceverà una sola tipologia di proteina, in un periodo che supera solitamente dieci settimane.

Se avviene un miglioramento, si potrà agire con il test di provocazione, somministrando di conseguenza l’elemento che si pensa sia alla base dell’intolleranza. Il veterinario potrà comprendere in questo modo se uno specifico ingrediente di cui si sospetta è veramente la causa scatenante del problema, predisponendo eventualmente un’alimentazione che segua delle specifiche regole, con l’esclusione dell’elemento in questione.

Cerchi qualcosa in particolare?
[ajax_posts]
Tutti i diritti sono riservati Snua Srl, ogni riproduzione non autorizzata è vietata. P.IVA 06104940652
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram